Oggi le auto da rally moderne dispongono principalmente di due differenziali, ovvero differenziale anteriore e posteriore autobloccante.
Con l’avvento dell’evoluzione tecnica è invece venuto a mancare il differenziale centrale (corpo esterno al cambio).
I fattori che determinano le varie soluzioni e comportamenti dinamici sono tre: Rampe, Dischi frizione (chiamate comunemente facce), Precarico autobloccante.
1. Rampe
Come identificarle? Prendiamo un esempio: 45/85.
Il primo numero indica la fase di accelerazione sulla quale agisce l’autobloccante. Il secondo numero indica invece la fase di frenata. Più il numero in accelerazione è basso (es: 30), più la rampa viene considerata rapida.
Pertanto si avvertirà un comportamento di ottima trazione, ma con reazioni più improvvise e veloci in fase di accelerazione, mentre in caso di basso grip possono arrecare problemi di maneggevolezza.
Una rampa 45 quindi avrà un’erogazione in accelerazione più lenta e graduale, agevolando la maneggevolezza a discapito della trazione.
2. Frizioni o facce
Sulle vetture R5 (Rally2) si usano diverse soluzioni a secondo dell’auto. Alcune di queste utilizzano lo stesso numero di frizioni per entrambi i differenziali.
Anche qui, più frizioni ci sono, maggiore sarà la trazione a discapito però della facilità di utilizzo. Un uso comune è in gergo chiamato nelle varie soluzioni 4+4 / 6+6, ed in alcuni casi 8+8 per le trasmissioni XTrac.
3. Precarico
Una buona taratura del precarico dell’autobloccante sarà determinante per definire l’handling dell’auto – da sottosterzante a neutra fino a sovrasterzante – a seconda delle esigenze del pilota.
In alcuni casi (ed auto) i precarichi, così come le frizioni, sono uguali fra differenziale anteriore e differenziale posteriore.
In altri casi (ad esempio auto a passo lungo) è preferibile avere un precarico del differenziale posteriore, atto ad aiutare la vettura ad essere più scorrevole nelle fasi di percorso guidate.